giovedì 4 giugno 2009

Festa!!!

Vogliamo ringraziare tutti i ragazzi delle classi dell'Istituto Agrario dell'Alberghiero Buontalenti che hanno partecipato attivamente al progetto "Diritto al cibo", i loro insegnanti e le associazioni che hanno sostenuto il progetto.

la festa conclusiva del 28 maggio è stata bella...qui potete vedere il video: http://www.urltv.it/2009/06/diritto-al-cibo.html

lunedì 4 maggio 2009

Organismi geneticamente modificati

Tiziano Coppoli
Istituto Tecnico Agrario 3B

Un OGM, o organismo geneticamente modificato è un essere vivente il cui patrimonio genetico è stato modificato artificialmente tramite particolari tecniche di ingegneria genetica, che permettono l’aggiunta, la modifica o la rimozione di geni, quindi caratteri, specifici.

Tecniche

Le attuali e moderne tecniche di ingegneria genetica permettono di inserire nel genoma di un un organismo dei frammenti di DNA provenienti anche da altri esseri viventi. Questo è il modo in tramite il quale vengono creati gli OGM. Il DNA creato a seguito di questo procedimento viene chiamato DNA ricombinante. I frammenti che dovranno essere inseriti vengono estratti dall’organismo di origine tramite appositi enzimi di restrizione, che “tagliano” la molecola di DNA isolandone i geni. Tali frammenti vengono quindi inseriti in un vettore tramite un altro enzima (DNA ligasi). I vettori possono essere plasmidi, ovvero molecole di DNA ridotte, o strutture derivate da virus.
In campo agronomico vengono modificati sia batteri, come gli azoto fissatori o gli ice-minus, in modo che i primi fissino più azoto del normale e i secondi proteggano le radici dal gelo, che le piante vere e proprie.
I principali caratteri modificati nelle piante GM sono:
tolleranza a stress atmosferici
resistenza a virus, funghi e batteri
aumento della qualità e quantità del raccolto
tolleranza ad erbicidi
resistenza agli insetti
produzione di sostanze come farmaci, vaccini, tessuti e materiali

Se da una parte gli OGM presentano una serie di vantaggi a livello aziendale e produttivo, dall’altra sono soggetti ad una serie di rischi di impatto ambientale e sulla salute umana. Infatti modificando un organismo e inserendovi per esempio un gene che sintetizzi una certa proteina, rischiamo che la pianta cambi valore nutrizionale e finisca per sintetizzarne una nociva per la salute umana. Inoltre modificando i batteri in laboratorio c’è la possibilità di crearne involontariamente di patogeni che addirittura potrebbero risultare agenti cancerogeni.

Piccola storia del DDT

Gruppo n°6: Borchi Pierfrancesco, Chesi Mattia, Del Sala Federico, Pasqua Giammarco
Classe II C
Data: 28/04/09

Top of the POPs



Il DDT è forse il più noto fra i POP, gli inquinanti organici persistenti (persistent organic pollutants). I POP sono composti organici di comprovata tossicità, che persistono lungamente nell'ambiente (si degradano lentamente), e poiché hanno una certa volatilità, si diffondono anche in regioni molto lontane da quelle in cui sono stati utilizzati (long-range transport).

Scarsamente solubili in acqua, tendono a concentrarsi nel tessuto degli esseri viventi (bioaccumulo). Per queste sue proprietà, il DDT irrorato in passato nelle piantagioni di cotone può ritrovarsi oggi nel latte delle donne eschimesi.


La sporca dozzina



Tradizionalmente i POP sono un gruppo di dodici, fra composti e classi di composti, noti come "la sporca dozzina" (the dirty dozen), verso i quali la comunità internazionale ha posto in essere numerose azioni per ridurre o eliminare il loro rilascio nell'ambiente.


Carta d'identità

Tutti i composti chimici hanno un nome che serve ad identificarli in modo inequivocabile. DDT è l'abbreviazione del nome scientifico diclorodifeniltricloroetano (un nome che, per quanto lungo, ancora non distingue il DDT dai suoi isomeri). DDE è il nome dato al metabolita principale del DDT, che condivide con esso diverse caratteristiche fra cui la persistenza.
 


 
Uso del DDT e le sue conseguenze


Il DDT o Diclorodifeniltricloroetano è un composto organico appartenente al gruppo degli organoclorurati, in passato ampiamente utilizzato come insetticida e, a seguito della sua riconosciuta tossicità, bandito in molti paesi. La molecola del DDT fu sintetizzata in laboratorio nel 1874 e solo nel 1939 ne fu verificata l’efficacia neurotossica contro zanzare, Mosche tse-tse, Pulci e pidocchi. Il DDT fu rapidamente adottato in ambito agricolo nel trattamento del suolo e delle sementi, e in campagne di prevenzione sanitaria, soprattutto per l’eradicazione della malaria, trasmessa dalla zanzara Anopheles, ma anche del tifo, della febbre gialla e di altre patologie veicolate da insetti endemiche nelle aree tropicali. Alla fine degli anni Cinquanta del XX secolo divenne l’insetticida più usato in tutto il mondo e permise di migliorare la produttività agricola di alcune coltivazioni e di ridurre la mortalità legata alla malaria.



Il DDT è un inquinante organico persistente ed altamente resistente nell'ambiente. Il suo tempo di dimezzamento è stimato in 2-15 anni e rimane immobile nella maggior parte dei suoli. La pericolosità del DDT, che è considerato cancerogeno, è correlata alla sua struttura chimica; poiché si tratta di un idrocarburo, non è solubile in acqua ma nei grassi. Il risultato è che tende a concentrarsi sempre di più ad ogni passaggio della catena alimentare, il che comporta che i predatori sono maggiormente esposti ai danni da DDT rispetto ad altri animali dello stesso ambiente che si trovino più in basso nella piramide alimentare.
Il DDT è altamente tossico verso le forme di vita acquatiche ed è considerato moderatamente tossico verso le forme di vita anfibie, specialmente negli stati larvali. Inoltre, il DDT può essere significativamente bioaccumulato nei pesci e in altre specie acquatiche, conducendo a danni a lungo termine.
In passato la maggior parte del DDT era usata in agricoltura; oggi l'uso del DDT, per controllare la diffusione di malattie, richiede una minima frazione delle quantità usate in passato ed è pertanto meno probabile che possa causare problemi ambientali. Swaziland, Mozambico ed Ecuador sono esempi di nazioni in cui il DDT ha efficacemente contribuito alla riduzione dell'incidenza della mal aria. Esistono insetticidi alternativi al DDT che in genere sono più costosi, e questo ne limita l'uso nelle nazioni povere ed in quelle aree in cui la lotta alla malaria non riceve sufficiente sostegno economico. In molte nazioni africane il problema posto dalla malaria è considerato molto maggiore dei pericoli potenziali che l'uso del DDT può creare.
Il DDT fu bandito nel 1972 dagli Stati Uniti e dalla gran parte dei paesi industrializzati. È tuttavia ancora impiegato in molti paesi del terzo mondo, soprattutto perché è più economico di altri pesticidi di più recente formulazione. In questi paesi gli studi hanno evidenziato la presenza di residui di DDT nel latte materno, con rischio per i bambini allattati al seno; inoltre, l’esportazione di prodotti agricoli irrorati con il pesticida verso i paesi occidentali determina di fatto la reintroduzione anche laddove è stato formalmente vietato.
Recenti ricerche hanno rilevato che il DDT evapora al di sopra di Africa e India, regioni in cui è massicciamente usato, e rimane liberamente circolante in atmosfera nelle zone a clima caldo, mentre precipita in corrispondenza di zone a temperatura bassa; la conseguenza di questo fenomeno è la presenza del pesticida nelle acque polari (è stato trovato anche nelle foche e nei pinguini) e persino nei laghetti alpini a quote superiori a 2500 m. Pertanto, molti ritengono auspicabile l’estensione del bando del DDT in tutto il pianeta; altri, invece, considerano ancora valido l’uso del DDT in a lcuni paesi perché l’urgenza di debellare la malaria, responsabile di milioni di vittime, sarebbe prioritaria rispetto alle preoccupazioni per possibili effetti cancerogeni a lungo termine.

 

giovedì 23 aprile 2009

Il Cacao

Marco Frosali
III B - Istituto Agrario - Firenze



I brevetti sulle sementi

Marco Frosali
III B - Istituto Agrario - Firenze

Uso DDT e sue conseguenze

Marco Frosali
III B - Istituto Agrario - Firenze

giovedì 16 aprile 2009

Soluzione del sondaggio "cosa sono i biocarburanti?"

La risposta giusta è...
...la n° 2 "carburanti ricavati da alcune piante"!

mercoledì 15 aprile 2009

Monocoltura

Gruppo n°6: Borchi Pierfrancesco, Chesi Mattia, Del Sala Federico, Pasqua Giammarco
Classe: II°C
Istituto Tecnico Agrario
Data: 03/04/09

Monocoltura

La Monocoltura è, genericamente, un procedimento produttivo agricolo che consiste nell'adibire vaste zone di territorio alla coltura di un'unica specie vegetale, in maniera intensiva e standardizzata, al fine di massimizzare le rese ed ottenere il massimo profitto. Spesso questa standardizzazione viene accentuata dall'utilizzo di poche varietà molto produttive ma molto esigenti e dal massiccio utilizzo di fertilizzanti di sintesi e prodotti fitosanitari.

Origini: frutto del colonialismo

Le monoculture si diffusero nell'epoca del primo colonialismo. I paesi colonizzatori necessitavano di prodotti agricoli esotici che sul territorio nazionale non potevano crescere (spezie, caffè, zucchero di canna, frutta esotica, etc.), e così sfruttarono le condizioni climatiche dei paesi colonizzati per produrre intensivamente quello di cui avevano bisogno. In India si diffuse la coltura delle spezie, sull'isola di Ceylon quella del tè, del cacao in America Latina e nel Ghana, della canna da zucchero nelle Antille, delle banane e delle arachidi in america centrale, e del caffè e del caucciù in Brasile. Come contropartita, sono richieste maggiori cure e maggiori risorse - p.es. più acqua per l'irrigazione o più personale per la raccolta. Un esempio classico di coltura intensiva di questo tipo si è avuto fin dai tempi degli antichi Egizi nella valle del Nilo.
L'affermazione generalizzata della coltura intensiva si ha definitivamente solo nell'Inghilterra del XVII secolo con la nascita delle aziende agrarie capitalistiche durante la Rivoluzione Agricola. Da lì prese piede anche nelle altre nazioni europee.

Sviluppo: monocoltura come strumento politico

Il maggiore sfruttamento è dato dall'utilizzo di nuovi macchinari e innovazioni tecnologiche che rendono più rapidi i processi agricoli e innovazioni nell'agronomia che rendono più fertile e quindi più redditizio il terreno. Intere nazioni, povere e sottosviluppate, furono costrette da governi e grandi aziende estere (statunitensi ed europee), sotto la minaccia delle armi o con l'ausilio di spietate dittature, a coltivare un'unica specie di prodotto agricolo, cosicché dovevano vendere a basso prezzo quello che producevano solo al paese che li sfruttava, e acquistare, a caro prezzo, tutti gli altri generi alimentari necessari dal medesimo paese sfruttatore. Pertanto, per le nazioni ricche oltre che per il puro arricchimento economico la monocoltura si affermò come strumento politico per mantenere in una posizione di dipendenza, sudditanza e sottosviluppo un altro paese.
Normalmente lo sviluppo agricolo di tipo intensivo è considerato più avanzato di quello estensivo perché implica l'utilizzo di nuove tecnologie e nuove tecniche, è tipico quindi delle piccole proprietà terriere che si affidano a questo metodo per produrre di più, la coltura estensiva è invece tipica del latifondo e delle grandi estensioni di coltivazioni. Gli Stati Uniti fanno eccezione: lì a causa della scarsità di manodopera, le operazioni agricole sulle immense estensioni di terre coltivate furono meccanizzate contemporaneamente all'Inghilterra.

Estensione del termine ad altri ambiti

Il termine monocoltura può essere esteso all'allevamento intensivo di capi di bestiame; oppure all'estrazione di un determinato minerale (in questo caso il paese ricco di tale minerale viene completamente adibito alla sua estrazione e alla sua lavorazione, non lasciando spazio ad altre forme di produzione e lavorazione industriale).

Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Monocoltura"

lunedì 6 aprile 2009

MANGIARE NON è UN ATTO INNOCENTE. SCEGLIERE QUALI ALIMENTI COMPRARE NEMMENO. QUELLO CHE METTIAMO IN TAVOLA è L'ULTIMO ANELLO DI UNA CATENA CHE RIGUARDA I DIRITTI DEGLI ANIMALI, GLI INTERESSI DEI PRODUTTORI ALIMENTARI, L'AMBIENTE IN CUI VIVIAMO, IL DESTINO DI ALCUNI PAESI.
(Reter Singer, Jim Mason "Come mangiamo", Il Saggiatore 2007)

sabato 28 marzo 2009

Vandana Shiva

Due interessanti video di Vandana Shiva:

- Vandana Shiva sulla crisi alimentare mondiale (in inglese)

- Vandana Shiva a Terra Madre 2008 (in italiano)

venerdì 27 marzo 2009

Video Diritto al Cibo

La campagna Diritto al Cibo a Geo&Geo!

DIRITTO AL CIBO: LA FAME NON E' NELLA NATURA

Il Diritto al cibo è il Diritto INALIENABILE di ogni essere umano ad avere accesso regolare ad una quantità di cibo sufficiente, adeguata dal punto di vista nutrizionale e culturalmente accettabile, per condurre una vita attiva e salutare. E' il diritto di procurarsi da mangiare con dignità ed autonomamente, piuttosto che il diritto ad essere nutriti.

PRECONDIZIONE DEL DIRITTO ALLA VITA

Tutte le norme e politiche dovrebbero essere allineate nel riconoscimento di questo diritto fondamentale. Ogni governo (locale, regionale, nazionale e internazionale) ha l'obbligo di garantire questo diritto. Esso non può essere negato in nome degli interessi del commercio internazionale o per qualsiasi altro motivo. (Manifesto sul futuro del cibo-ARSIA)

Oggi però il cibo è il principale strumento di mercato e dunque non è accessibile per quasi 900 milioni di persone e ha perso i suoi valori originari di NUTRIZIONE, CULTURA E AUTONOMIA.
L'obiettivo della campagna, e in specifico del percorso socio-educativo per le scuole, è quello d'informare, sensibilizzare e fornire strumenti concreti per acquisire CONSAPEVOLEZZA su ciò che mangiamo e usiamo. Al fine che il consumatore possa esercitare il suo potere di scelta in modo più sano e giusto per se stesso, la sua comunità, l'ambiente e il mondo intero.

Il percorso scolastico che prende il nome dalla Campagna, coinvolge le scuole superiori Istituto Tecnico Agrario e Istituto Alberghiero Buontalenti di Firenze, ed è strutturato su due filoni paralleli: uno teorico e uno pratico. Il primo consta di incontri frontali e interattivi su argomenti come squilibri nord/sud, sovranità alimentare, filiere di prodotti, agricoltura bio e convenzionale, dinamiche e soggetti del commercio internazionale, commercio equo e solidale, la stagionalità dei prodotti....
La parte pratica vede gli studenti agrari a coltivare delle spezie che passeranno alla scuola alberghiera per produrci del cioccolato con materie prime del commercio equo, guidati dalla Cooperativa Quetzal di Modica.
Infine, i ragazzi trasformeranno le conoscenze acquisite in mostre didattiche, video installazioni o altre forme di espressione che presenteranno all'interno di un evento finale pensato per trasmettere il messaggio alle classi che non hanno partecipato e alla cittadinanza.
Siete tutti invitati e vi diremo quando!!

lunedì 16 marzo 2009

Perchè questo blog?

  • Perché siamo tutti sulla stessa barca, nessuno si senta escluso!
  • Perché al momento il globo terrestre, con annesso ogni essere vivente e non, necessita di uno sviluppo consapevole, equo e solidale.
  • Perché abbiamo bisogno di aprire gli occhi e conoscere le molte alternative a disposizione per rispondere ai nostri bisogni primari e secondari.
  • Perché può facilitare l'incontro e l'unione tra persone interessate al tema; e soprattutto può tenere in contatto le due scuole direttamente coinvolte nel progetto "Diritto al cibo: la fame non è nella natura": l'Istituto Tecnico Agrario e l'Istituto Tecnico Alberghiero Buontalenti di Firenze. A loro è dedicato questo blog, con la speranza che trovino risposte ai loro quesiti, collaborazioni per le loro proposte e che siano future persone consapevoli e allegre!
  • Infine, perchè ne può nascere qualcosa di buono e costruttivo.